Maneki Neko: Storia e Curiosità Sul Gatto Giapponese Portafortuna
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21/03/2024
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La lingua giapponese è una lingua che riflette la complessità e la ricchezza della cultura e della storia del Giappone. Con un sistema di scrittura unico che combina sillabari fonetici, come Hiragana e Katakana, con ideogrammi noti come kanji, il giapponese offre un'esperienza di apprendimento affascinante e profonda.
La lingua giapponese è sempre in continua evoluzione, adattandosi alle influenze globali e alle esigenze moderne, mentre conserva saldamente le sue radici storiche e culturali.
Attraverso i suoi vocaboli e la sua struttura, la lingua giapponese offre un'apertura verso una società complessa, profonda e ricca di storia e tradizioni ma che guarda sempre al futuro.
Panoramica Sulla Lingua Giapponese
Il giapponese, una delle lingue principali del mondo, con più di 127 milioni di parlanti all'inizio, è un isolato linguistico, ossia una lingua non correlata ad altre.
Il giapponese viene principalmente parlato nell'arcipelago nipponico; inoltre, vi sono circa 1,5 milioni di immigrati giapponesi e loro discendenti che vivono all'estero, principalmente in Nord e Sud America, che hanno vari gradi di competenza nella lingua giapponese.
Dal secondo dopoguerra, nessuna nazione, oltre al Giappone, ha adottato il giapponese come prima o seconda lingua.
Origini Della Lingua Giapponese
Il giapponese è l'unica lingua principale la cui affiliazione genetica non è nota. L'ipotesi che collega il giapponese al coreano rimane la più accreditata, ma sono state avanzate anche altre ipotesi. Alcune di queste tentano di collegare il giapponese ai gruppi linguistici del Sud-est asiatico, come l'Austronesiano, l'Austroasiatico o la famiglia Tibeto-Burmana delle lingue sino-tibetane.
Una teoria sempre più popolare (ma non accettata da tutti) su questo fronte sostiene che la natura mista del giapponese derivi dal suo substrato lessicale Austronesiano e dal suo sostrato grammaticale Altaico. Secondo una versione di tale ipotesi, una lingua di origine meridionale con un sistema fonologico simile a quello delle lingue Austronesiane era parlata in Giappone durante l'era preistorica Jōmon (circa 10.500 a.C. - circa 300 a.C.).
Quando la cultura Yayoi fu introdotta in Giappone dal continente asiatico intorno al 300 a.C., la lingua Coreana cominciò a diffondersi verso est dall'isola meridionale di Kyushu; al contempo vennero introdotti anche strumenti in ferro e bronzo e la coltivazione del riso.
Poiché la migrazione dalla Corea non avvenne su larga scala, la nuova lingua non cancellò certi elementi lessicali più antichi, anche se fu in grado di modificare la struttura grammaticale della lingua esistente.
Pertanto, secondo questa teoria, il giapponese deve essere considerato geneticamente correlato al coreano (e forse in ultima analisi alle lingue Altaiche), anche se contiene residui lessicali Austronesiani.
Il Giapponese Moderno
Viene considerato giapponese moderno quello scritto e parlato a partire dall'epoca Edo (1603 - 1867). Prima di questa epoca, il dialetto del Kansai, in particolare quello di Kyoto, veniva considerato come il giapponese standard de facto. Tuttavia, durante l'epoca Edo, Tokyo divenne la città più grande del Giappone, facendo divenire il dialetto dell'area il giapponese standard.
Dall'apertura del Giappone al mondo a partire dal 1853, il flusso di prestiti linguistici dalle lingue europee è aumentato significativamente. Il periodo dal 1945 ha visto l'adozione di molte parole da altre lingue, come il tedesco, il portoghese e l'inglese.
Molti prestiti linguistici dall'inglese, in particolare, riguardano la tecnologia oltre a tutte quelle cose che non esistevano in Giappone: ad esempio, "pasokon" (パソコン, abbreviazione di "personal computer"). Altri esempi includono "kōhī" (コーヒー, caffè), "terebi" (テレビ, televisione) e "hoteru" (ホテル, hotel). A causa della grande quantità di prestiti linguistici dall'inglese, il giapponese moderno ha sviluppato una distinzione tra [tɕi] e [ti], e [dʑi] e [di], con quest'ultimo presente solo nei prestiti linguistici di origine straniera.
I Dialetti Giapponesi
I dialetti giapponesi tipicamente differiscono in termini di accento tonico, morfologia, vocabolario e uso delle particelle. Alcuni differiscono persino negli inventari delle vocali e delle consonanti, anche se ciò è meno comune.
In termini di intelligibilità reciproca (capacità di comprensione tra parlanti di diversi dialetti), un sondaggio del 1967 ha rilevato che i quattro dialetti più inintelligibili (escludendo le lingue Ryūkyūan e i dialetti Tōhoku) per gli studenti di Tokyo erano il dialetto Kiso (nelle profonde montagne della prefettura di Nagano), il dialetto Himi (nella prefettura di Toyama), il dialetto Kagoshima e il dialetto Maniwa (nella prefettura di Okayama).
Il sondaggio si basava su registrazioni di 12-20 secondi di 135-244 fonemi, ascoltati e tradotti parola per parola da 42 studenti dell'Università Keio cresciuti nella regione del Kanto.
Di seguito l'intelligibilità per gli studenti di Tokyo e della regione del Kanto, dal più comprensibile al meno:
- Kyoto 67.1%;
- Ōgata, Kōchi 45.5%;
- Tatsuta, Aichi 44.5%;
- Kumamoto 38.6%;
- Osaka 26.4%;
- Kanagi, Shimane 24.8%;
- Maniwa, Okayama 24.7%;
- Kagoshima 17.6%;
- Kiso, Nagano 13.3%;
- Himi, Toyama 4.1%.
Ci sono alcune isole linguistiche in villaggi di montagna o isole isolate, come l'isola di Hachijō-jima, i cui dialetti discendono dal giapponese antico orientale.
I dialetti della regione del Kansai sono parlati o conosciuti da molti giapponesi, e il dialetto di Osaka in particolare è associato alla commedia.
I dialetti di Tōhoku e del nord del Kantō sono associati ai contadini. Le lingue Ryūkyūan, parlate nelle isole Ryūkyū e nelle isole Amami (amministrativamente parte della prefettura di Kagoshima), sono abbastanza diverse da essere considerate un ramo separato della famiglia giaponica; non solo ogni lingua è inintelligibile per i parlanti giapponesi, ma la maggior parte è inintelligibile anche per coloro che parlano altre lingue Ryūkyūan.
Tuttavia, a differenza dei linguisti, molti giapponesi comuni tendono a considerare le lingue Ryūkyūan come dialetti del giapponese. Anche la corte imperiale sembra parlasse una variante insolita del giapponese dell'epoca, probabilmente la forma parlata del giapponese classico, uno stile di scrittura prevalente durante il periodo Heian, ma in declino durante la fine del periodo Meiji.
Il giapponese di Okinawa è una variante del giapponese standard influenzata dalle lingue Ryūkyūan, ed è il dialetto principale parlato tra i giovani nelle isole Ryukyu.
Il Sistema Di Scrittura Della Lingua Giapponese
Il giapponese moderno è scritto unendo 3 sistemi di scrittura: i Kanji, che sono simboli ideografici cinesi, oltre a Hiragana e Katakana, due alfabeti fonetici (composti da sillabe). Mentre i kanji sono alcune migliaia (per leggere il giornale ne servono circa 2.000), Hiragana e Katakana hanno 46 caratteri ciascuno.
Anche se ci sono delle regole di base su quando usare questi sistemi, ci sono molte eccezioni; la fortuna vuole però che quando non si conosce un kanji si può scrivere la sua lettura anche in hiragana. Inoltre spesso i kanji sono accompagnati dai furigana, ovvero i caratteri hiragana scritti in piccolo vicino al kanji così da permetterne la lettura.
Ma quando usare i kanji, l'hiragana o il katakana?
- I Kanji (come:日本) sono principalmente usati per gli elementi lessicali: sostantivi, radici dei verbi, radici degli aggettivi e così via;
- l'Hiragana (ad esempio: にほん) ha forme arrotondate ed oltre ad essere usato come lettura semplificata al posto dei kanji, lo troviamo per gli elementi grammaticali delle frasi come particelle, verbi ausiliari e suffissi dei sostantivi;
- il Katakana (ad esempio: ジャパン) ha forme più squadrate e viene usato per le parole straniere e anche per scopi di enfasi.
Ma perché per la lingua giapponese si usano i kanji?
L'uso dei kanji nella scrittura giapponese risale al V secolo, quando il Giappone iniziò a importare la cultura e le conoscenze cinesi.
Nel corso del tempo, i giapponesi cominciarono ad adattare i caratteri cinesi alla propria lingua; la prima forma di scrittura giapponese, conosciuta come “kanbun”, era basata sui caratteri cinesi classici affiancati da segni e numeri per mostrare l’ordine delle parole e per far comprende l'equivalente giapponese.
Intorno all'anno 650, fu poi creato il sistema Manyōgana che utilizzava i caratteri cinesi non per il loro significato originario, ma per rappresentare le parole giapponesi.
Fu questo quindi il primo sistema kana conosciuto ad essere sviluppato come mezzo per rappresentare foneticamente la lingua giapponese.
Il nome Manyōgana deriva dal Manyōshū, un'antologia di poesie giapponesi del periodo Nara scritta con questo sistema.
Sotto le tabelle dell'hiragana prima e del katakana poi.
Scrittura Giapponese: Verticale o Orizzontale?
In generale, possiamo dire che la scrittura giapponese si estende per verticale in caso di:
- scritture tradizionali;
- romanzi e libri;
- documenti.
La scrittura in orizzontale viene usata invece per:
- scritte contemporanee;
- documenti commerciali;
- scritti scientifici e stranieri e così via.
I libri tradizionali con impostazione verticale sono rilegati a destra e la lettura prosegue dall'alto verso il basso e da destra verso sinistra. Attenti quindi a non confondere il fronte con il retro quando tenete in mano un libro giapponese!
Dove è necessario un uso efficiente dello spazio, come ad esempio nei giornali e nelle riviste, viene combinata sia la scrittura in orizzontale che in verticale.
Sebbene possa apparire un po' caotico, o addirittura casuale agli occhi degli stranieri, queste due direzioni sono solitamente utilizzate in modo sistematico come mezzo per indicare diversi elementi di testo su una pagina. Ad esempio, un testo principale è spesso impostato in verticale, ma titoli e didascalie possono essere impostati in orizzontale.
Scrittura Giapponese: Assenza di Spazi
Il fatto che il giapponese sia una lingua basata sulle sillabe e abbia tre diversi sistemi di scrittura rende le spaziature superflue. Inoltre, le particelle, le desinenze verbali e le espressioni facilitano la comprensione delle frasi e la separazione delle parole senza la necessità di spazi.
Le frasi giapponesi seguono sempre uno schema, il che aiuta nella separazione delle parole. Un altro fattore che contribuisce alla mancanza di spazi nella lingua giapponese è che molti kanji, parole e periodi sono piuttosto brevi. Se si usassero spazi per separare le parole, sarebbe molto difficile leggere una frase come ad esempio: 私はイタリア人です.
Gli spazi quindi vengono utilizzati solo quando alla fine di una frase si trova una virgola o punto. A volte gli spazi vengono utilizzati per separare le clausole, specialmente quando manca la punteggiatura.
Lo spazio è anche usato nei testi destinati ai bambini o quelli scritti solo in hiragana o katakana. A volte è possibile trovare spazi nei manga, nei romanzi e in alcuni libri di testo, ma molto raramente.
Scrittura Giapponese: Ordine Frase e Particelle
Il giapponese è una lingua SOV, il che significa che l'ordine base delle parole in una frase è:
S (soggetto) – O (oggetto) – V (verbo).
Nota: il verbo si trova sempre alla fine della frase
La struttura della frase giapponese è flessibile:
- Il soggetto può essere omesso quando risulta chiaro dal contesto/situazione.
- Il soggetto e gli oggetti possono essere posizionati in ordine diverso. (私は)ラーメンを食べます.
In italiano, le preposizioni indicano il rapporto tra le varie parole (come per, in, da, fra, ecc.), mentre in giapponese troviamo le posposizioni, simili alle preposizioni ma poste dopo le parole anziché prima. Queste posposizioni, comunemente chiamate particelle, svolgono questa funzione. Ecco alcuni esempi:
- 京都に行く (Kyouto ni iku) – Andare a Kyoto (に ni, particella di moto a luogo)
- バスで行く (Basu de iku) – Andare in autobus (で de, particella di mezzo)
- 友達と行く (Tomodachi to iku) – Andare con gli amici (と to, particella che indica con/e)
Lingua Giapponese: Il Keigo
La lingua giapponese presenta un sistema di linguaggio onorifico, chiamato keigo (敬語けいご, letteralmente "linguaggio rispettoso"). Il suo utilizzo è obbligatorio in molte situazioni sociali come nel lavoro, a scuola o tutte le volte in cui si parla con persone superiori di grado o con le quali non si ha confidenza.
Il keigo si suddivide principalmente in tre categorie:
- il linguaggio cortese (giapponese: 丁寧語ていねいご, teineigo) utilizzato in tutti i contesti sociali da chiunque;
- il linguaggio rispettoso (giapponese: 尊敬語そんけいご, sonkeigo) utilizzato dal parlante nei confronti di qualcuno di grado superiore;
- il linguaggio umile (giapponese: 謙譲語けんじょうご, kenjōgo), anche tradotto come linguaggio modesto, utilizzato quando si parla di se stessi.